Hervé Ryssen
Gli ebrei sono sparsi in tutti i Paesi del mondo, anche se risiedono principalmente nei Paesi di origine europea. La maggior parte di loro è di origine ashkenazita, cioè quelli provenienti dall’Europa centrale e orientale che sono partiti in ondate successive a partire dalla fine del XIX secolo. Una minoranza, anch’essa diffusa in tutto il mondo, proviene dal bacino del Mediterraneo: sono gli ebrei 'sefarditi'. Ma ci sono anche ebrei neri in Etiopia, chiamati Falasha, così come ebrei in India e in Cina, che si dichiarano 'perfettamente integrati'. Quindi gli ebrei non sono una razza. Anche l’ebraismo non è una religione - o non solo - poiché molti ebrei si dichiarano atei e non per questo si sentono meno ebrei. In particolare gli ebrei marxisti, che costituivano l’élite di punta di tutti i movimenti comunisti nei Paesi occidentali. Erano atei militanti fanatici, fedeli seguaci della dottrina istituita da uno di loro: Karl Marx. Infatti, è assolutamente impossibile definire l’identità ebraica senza spiegare la 'missione' del 'popolo eletto' su questa terra. Tutto diventa più semplice quando si comprende il progetto politico-religioso insito nell’ebraismo e che riguarda 'tutta l’umanità'. Tuttavia, è stata la psicoanalisi freudiana a permetterci di andare al cuore del problema, svelandoci l’oscuro segreto della comunità ebraica. Bastava leggere con uno specchio.