Luca Stefano Cristini
Il carro armato pesante KV-1 rappresentò una delle macchine più emblematiche e controverse impiegate dall’Armata Rossa nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Nato da un’urgente esigenza di modernizzazione dopo i fallimentari esperimenti dei 'mostri di Leningrado', caratterizzati dalla presenza di cannoni di diversi calibri suddivisi in più torrette. Il contesto storico fu segnato dalle prime prove sul campo durante la Guerra d’Inverno contro la Finlandia (1939-1940), dove i prototipi del futuro KV-1 dimostrarono una resistenza superiore rispetto ai modelli precedenti, nonostante alcuni problemi tecnici. Questo mezzo venne poi dotato di una 'Bol’shaya Bashnya' (grande torretta) sarebbe poi diventato ufficialmente il KV-2, un carro d’artiglieria pesante destinato al supporto d’assalto. Più che una semplice macchina da guerra, il KV-1 e 2 incarnrono il paradigma stalinista dell’armamento: quantità e resistenza a ogni costo, filosofia che avrebbe caratterizzato tutta la produzione bellica sovietica successiva.